Solidarietà o criminalità? Altruismo o buonismo? Il mondo del Terzo Settore è attraversato da una profonda preoccupazione per il clima avverso a tutto quello che è sociale, cooperazione, beneficenza. Si è parlato anche di questo nella tavola rotonda ‘L’innovazione cambia il futuro? Nuovi approcci alle sfide del sociale’ tenutasi al museo Piaggio nell’ambito dell’evento per festeggiare i venti anni della cooperativa Spes di Pontedera.
“Sono preoccupato – ha esordito il professor Benedetto Gui, docente di economia di comunione – Ma allo stesso tempo sono fiducioso perché, nonostante la crisi e nonostante il clima che si respira, l’economia di comunione è rimasta stabile negli ultimi anni. Per certi aspetti, è una buona notizia”. E’ urgente, secondo Gui, rilanciare l’economia di comunione, fondata da Chiara Lubich nel 1991, che prevede che le aziende suddividano gli utili devolvendone una parte alle persone più svantaggiate.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista del Corriere della Sera Jacopo Storni, ha partecipato anche il presidente di Federsolidarietà Stefano Granata, secondo cui “è importante creare un collante sempre più solido tra cooperazione sociale e imprese for profit”. Anche perché, è stato spiegato, “i dati ci mostrano quanto sia proficuo questo rapporto”. Nel 2016 la percentuale di imprese sociali che hanno registrato un aumento dei rapporti con le imprese for profit rispetto all’anno precedente è pari al 33,6 per cento. Nella maggior parte di questi casi il fatturato e l’occupazione della cooperativa aumenta.
Sulla stessa linea anche Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore, che è tornata a parlare di riforma: “Con la Riforma del Terzo settore, il volontariato ha vinto perché il nuovo codice gli ha assegnato una funzione centrale e strategica per tutti gli enti di terzo settore riconoscendo l’azione di tutti i cittadini responsabili e solidali. Senza le persone l’iniziativa civica non esiste. Le persone sono il motore che fa partire tutto, la scintilla in grado di dare vita ad azioni collettive volte a rispondere con innovazione e creatività ai problemi delle comunità”.
Presente anche Eliana Cavazza, pedagogista di prosocialità, una tendenza individuale a mettere in atto dei comportamenti mirati ad ottenere effetti positivi e benefici su altre persone, senza aspettarsi ricompensa. Cavazza, parlando del disagio giovanile, ha detto che è importante “realizzare un progetto educativo come credibile risposta al diffuso disagio esistenziale giovanile causato dalla “frammentazione” della relazione per promuovere comportamenti e stili di vita improntati al rispetto della persona e ad una sana convivenza civile”.